Testi critici


“A Marco Francesco Sangregorio, in arte Sangre. Il più grande (e modesto) artista neodadaista vivente.”

Dedica in seconda di copertina su “Diario della capra 2019/2020”.
Vittorio Sgarbi.



“Sangre si affaccia sul panorama artistico milanese per la prima volta e con la sua mostra personale di opere su tela con interventi pittorici, collage e tecniche miste, sarà ospite di Galleria STATUTO13 nella prestigiosa Art District di Brera, a Milano, con un compendio di opere molto accattivanti. Lo spettatore è catturato dall'ironia, di cui le opere sono ammantate, ed è espressa con l'ausilio di differenti personaggi – tra cui l'autore stesso – del mondo della politica, dell'arte e non solo. La scelta del curatore tende a voler mutare quel passato cliché che intravedeva l'icona Pop ormai desueta o già troppo vissuta, tutto ciò avviene proprio grazie ad una moderna percezione, del tutto personale, che l'artista riesce a donare alle sue opere d'arte di chiara matrice dadaista. Il concetto sta nel decontestualizzare un oggetto e ricontestualizzarlo, ascrivendogli altri significati e significanti (chiara azione “ready made”, ndr.) , dando così alla vita quel nuovo oggetto che è l'opera d'arte; questo è il fil rouge di tutta l'esposizione meneghina. Immancabile nelle opere esposte il riferimento all'idea ludica dell'immagine anacronistica ed aniconica che proviene dal grande Maestro dada Marcel Duchamp: anche se è doveroso intendere che i contenuti ascritti dall'artista Sangre sono sempre autentici, sentiti e sinceri, spesso politicamente/simpaticamente scorretti ma in ogni caso sempre volti a far riflette il fruitore che osserva le sue opere d'arte. In tale ambito riconosciamo la sua scelta tecnica che nasce già dal 2010 di avvalersi anche degli scarti della sovrapproduzione industriale e dell’uso delle nuove tecnologie nel suo processo creativo. La società contemporanea schiaccia l'occhio ai Media, ai Social Networks, ma l'artista Sangre sceglie sempre una linea fedele a se stessa, comunicando i propri ideali, i pensieri personali e sempre veicolati dalla propria personalità autentica; senza per forza voler guardare a correnti artistiche in modo imitativo, anzi semmai lasciando affiorare un senso totalmente personalistico. Il titolo della mostra – citazione riferita ad una nota frase di Andy Warhol – vuole dunque farci anche riflettere sull'utilizzo che è possibile destinare ad un'opera d'arte, che in questo caso può avere anche un valore sociale nei suoi intenti; è qualcosa che si può portare con sé o meglio ancora “ dentro di sé”. E' come un “bagaglio” metaforico, ascrivibile alle emozioni, alla cultura, ai valori simbolici, talvolta volutamente pleonastici ma divertenti, altre volte tautologici e sintomatici di un pensiero libero. Le opere esposte in galleria STATUTO13, inserite nel capitolo “New Dada” dei recenti lavori artistici di Sangre, hanno una loro anima intellettuale e il desiderio di poter arrivare all'osservatore in modo diretto e spontaneo. Allora non ci stupisce vedere l'immagine di Marilyn Monroe con scritte parossistiche inneggianti al sospetto di un potenziale omicidio delegato dalla CIA (dove la critica ai massimi sistemi è evidente da parte dell'artista); oppure osservare una bandiera Union Jack britannica che riporta sulla tela parole come “Fun” e “Cool”; che in inglese significano “divertimento” e “mitico”...o “di moda” (secondo le accezioni dello slang); ma che se lette tutte d'un fiato ci ricordano un'unica parola italiana che ha ben altri significati... Il lavoro di Sangre, infine, vuole essere una critica al contemporaneo, una sorta di non accettazione dello status symbol, col quale l'artista poi sceglie di giocare, smitizzandone l'impatto critico con savoir faire e un pizzico di atteggiamento beffardo e con l'intento di parafrasare in modo del tutto personale il suo punto di vista sui fatti del mondo nel quale si trova (s)piacevolmente coinvolto.”

Testo critico di introduzione alla mostra personale “Art is what you can get away with”.
Massimiliano Bisazza.



“In arte Sangre l’artista Marco Francesco Sangregorio, riordina concettualmente la definita risposta su elementi tecnicistici e frammentazioni emotive gestite da tracciati geometrici moderni. La nuova affermazione dadaista riferisce come lo schema letterario tragga riscontro non solo dalla distanziata spazialità quanto, in riferimento agli assetti riferiti dai volti sovrapposti sembra figurativamente impostata. L’oggetto diviene schematico e il soggetto risponde in maniera parziale alle fasi intuitive da cui Sangregorio Marco Francesco manifesta con enfasi il proprio dibattito interiore. Questa opera grafico pittorica esposta alla “Prima Annuale d’arte di Alessandria” è un passo in più verso il confronto oggettivo tra funzionalismo e la sistematica attenzione per le intuizioni organiciste”

Motivazioni per il conferimento del secondo premio in pittura post-espressionista.
Prima Annuale d’arte di Alessandria.
Flavio De Gregorio.



“Il movimento pittorico del Sangregorio è libero, elementare e labirintico: è una danza ctonia che approssimi i danzanti al luogo dell’invisibile, cui segue un distanziamento. Il rito, ripetizione della realtà, è un processo apotropaico, esorcizzante il timore inconscio: l’avvicinamento è rappresentazione rituale della sfida; l’allontanamento è la celebrazione della vittoria sulla morte e la forma labirintica deposita e custodisce la memomoria elicoidale del DNA, della forza evolutiva inarrestabile della vita.”

Significazione critica dell’opera “Danza macabra 1”.
Fulvia Minetti.



“Decostruire il concetto di realtà, reinventare i significati e smascherare i significanti, è il compito di artisti come Sangre, funambolo sul filo dell’ironia iconoclasta, proiettato oltre le frontiere dell’avanguardia come il suo omino onero colto in un raptus dissacrante.”

Descrizione critica dell’opera “Sangre’s new dada 20”
Angela Patrono.



“Artista concettuale autodidatta con influenze pop, richiami all’astrattismo e all’action painting. Acuto interprete dei problemi della civiltà dei consumi.”

Nota critica su “Agenda degli artisti 2020”.
Giacomo Lodetti.



“Estro pop, neodadaista. Ecco “Sangre’s new dada 8”, uno sfottò di Shakespeare; o il “new dada 19”, con la cruciale battuta di Galilei che diventa “Eppur si MUORE”…O il mutato adagio della banconota One Dollar, la Trasfigurazione di Raffaello che diventa un Cristo “reSUSHItato”, Papa Ratzinger che firma cubitale “TORNO SUBITO”.

Nota critica all’interno di “Universi d’arte”.
Plinio Perilli.


opere realizzate